martedì 1 aprile 2008

Pubbl. 71 QUEL MALEDETTO BISOGNO DI SCONVOLGERE A TUTTI I COSTI

Questa mattina in internet, su Libero, ho trovato un articolo che recitava così:
“Meredith foto choc del cadavere: gli occhi coperti e la gola tagliata. (foto e video sconsigliati ad un pubblico sensibile)”.

Apro il file e dopo una serie di clikka e riclikka vedo il filmato.
Naturalmente non c’è nulla di così drammatico se non quello che tutti i Tg, all’epoca del delitto, mandarono in onda. Qui in aggiunta c’è qualche primo piano dei poliziotti della scientifica e un indumento che mi pare un reggiseno.….ma è meglio così.
Mi sono reso conto che anch’io, che credo di essere abbastanza razionale e attento e soprattutto sensibile, sono, d'istinto e di prima mattina, caduto nella trappola e non ho fatto a meno di andare a vedere subito quelle immagini cruente.
In questa schifosissima farsa ho però trovato di buono i commenti della gente che è andata a vedere il filmato. Tutti vomitavano al tg on line e alla redazione di Libero una serie di insulti, tra i quali il più ricorrente era quello che accusava la redazione stessa di utilizzare, anzi sfruttare, la morte di questa ragazza per fini di pubblicità esclusiva, audience ecc.
“State diventando peggio della televisione.........” ha scritto qualcuno.
Ho paura che sia proprio così!!

Roma Fabrizio

sabato 29 marzo 2008

Pubbl 70 QUANTO E' CARA LA BENZINA!?!

In Italia, da un bel pò di tempo si è pensato più ad allungare la vita ai "vecchi" che mantenere in vita i "giovani".
(Roma Fabrizio)

Questa penosa campagna elettorale continua su questa strada tra menzogne, formule magiche dell'ultima ora, affermazioni deliranti.

Comunque tornerò sull'argomento. Nel frattempo, girando tra i siti e i programmi dei partiti e dei candidati, la cosa più interessante l'ho trovata nel sito dell' unione democratica consumatori. Riporto di seguito la descrizione delle voci che compongono il costo della benzina, mi sembra interessante.

Roma Fabrizio

Lo abbiamo detto, ma è meglio ripeterlo: in Italia paghiamo le tasse sulle tasse! Uno degli esempi più eclatanti è quello della benzina e la tabella qui riportata ne è un chiaro esempio:

euro cent/litro % prezzo alla pompa
prezzo del carburante (costo) 43,72 32,10%
margine lordo medio 01/2004 – 06/2007 13,37 9,80%
accisa 56,4 41,40%
iva 20% 22,7 16,70%
prezzo ottimale alla pompa 136,19 100%
prezzo medio effettivo alla pompa 138,87 2%
matgine lordo compagnia/gestore dic. 2007 13,37 10,90%
margine lordo compagnia/gestore 10/03/08 15,61 11,20%

Come si vede, più della metà del costo della benzina va in tasse, le accise, ovvero sia le imposte di fabbricazione e consumo, quelle utilizzate dai governi come vere e proprie “tasse di scopo” (il quale scopo si perde però nella notte dei tempi, basta vedere nell’elenco di seguito riportato) sia, e per ben il 16,7% in IVA. IVA calcolata, ovviamente, anche sulla parte del prezzo costituita dalle tasse suddette.

Le accise sulla benzina:
1,90 lire nel 1935 per finanziare la guerra di Abissinia (sic!)
14 lire per la crisi di Suez nel 1956 (sic!)
10 lire per il disastro del Vajont nel 1963
10 lire per far fronte all’alluvione di Firenze nel 1966
10 lire per il terremoto nel Belice nel 1968
99 lire per il terremoto del Friuli nel 1976
75 lire per il terremoto in Irpinia nel 1980
205 lire per la missione in Libano
22 lire per la missione in Bosnia nel 1996

La penultima accisa la ritroviamo soltanto nel 2003 per trovare i fondi necessari al rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri, circa 0,02 euro di accise addizionale sui carburanti. L’ultima accise, decisa nel febbraio 2005, è servita per finanziare il rinnovo degli autobus inquinanti nel trasporto pubblico.Due riflessioni dunque:1) Sul costo complessivo della benzina, il prezzo effettivo è poco meno di 1/3, il margine lordo poco meno di 1/10 e le tasse di poco inferiori al 60%.2) Ogni volta che aumenta il prezzo del carburante c’è una maggiore entrata erariale per lo stato e una minore entrata per il cittadino.
A pensar male di solito si fa peccato, ma spesso ci si azzecca…sarà per questo che difficilmente i governi intervergono con maggiore tempestività per limitare il costo dei carburanti?
(fonte sito dell'Unione democratica per i consumatori )

martedì 18 marzo 2008

Pubbl. 69 LIBERTA'

JUST A DREAM AND THE WIND TO CARRY ME
AND SOON I WILL BE FREE........

lunedì 10 marzo 2008

Pubbl 68 IL PERSONAGGIO DEL MESE

Il 5 marzo del 1922, nasceva Pier Paolo Pasolini.
Oggi avrebbe 86 anni, ma quelli come lui non possono che morire giovani.
Nel novembre del 1975 fu trovato morto ad Ostia.
Pier Paolo Pasolini è stato un grande intellettuale, di quelli veri, che hanno dato un grande contributo al patrimonio culturale dell’Italia, ma che non vengono mai studiati o fatti conoscere abbastanza.
Per alcuni è stato poeta, scrittore, filosofo, regista, attore…….In realtà è riuscito veramente ad essere tutto ciò, ma per me, oltre che un filosofo, è l’unico che ha saputo raccontare veramente la Roma vera delle borgate e delle periferie di quegli anni un po “disordinati”.
E’ stato un narratore cinematografico semplicemente geniale. E lo dico col massimo della convinzione, specialmente oggi che si parla di talenti innegiando a Moccia o a Silvio Muccino.
Nella poesia di Pasolini c’è movimento, c’è il cinema, così come nei suoi racconti e così come nel suo cinema c’è quella poesia che, seppur drammatica, grottesca, viscerale era il linguaggio di Roma, di una Roma diversa da quella borghese del centro e dei nuovi quartieri bene.
Ho visto quasi tutti i film di Pasolini, anche quelli più “forti” e criticabili, ma non mi stanco mai di rivedere: “Accattone” – “Mamma Roma” e “Uccellacci e Uccellini”. Quest’ultimo, un racconto bizzarro, grottesco, straordinariamente ricco di emozioni seducenti. Totò si dimostra un gran Maestro d’arte, l’arte del recitare. Egli è ricco di umiltà nell’assecondare le scelte di una sofisticata regia e drammatico e clownesco contemporaneamente, privilegio unico suo e di Chaplin. E poi Ninetto Davoli, realistico e semplicemente naturale, è il personaggio più indovinato. Nel film c’è una Roma inedita e tutta da costruire, dove, campagna e baracche, stanno per essere ingoiate dal cemento dei nuovi quartieri.
Nel filmato che si vede (cliccando sul link in fondo al post) mi fa piacere notare quali siano i toni e il linguaggio usato in una trasmissione della rai. I contrasti sono evidenti, ma non solo non si urla, ma nemmeno si parla ad alta voce, cosa che oggi fanno anche i conduttori dei Tg. E’ meraviglioso ascoltare i contenuti e le argomentazioni diverse degli ospiti, i loro contrasti, le loro opinioni. Pasolini è eccezionale e dimostra di conoscere bene il meccanismo della televisione, quando ancora era un importante strumento di comunicazione e di unione tra il nord e il sud d’Italia e ancora distante dalla decadenza di oggi. Sono cambiate molte cose da quegli anni, ma soprattutto le persone ed i comportamenti. Qualcuno potrebbe dire che erano anche anni in cui si sparava per strada e si mettevano bombe. E’ vero, ma il terrorismo e la strategia del terrore si sono evoluti, si sono trasformati. La disinformazione e la manipolazione comunicativa stanno uccidendo e uccidono più delle bombe.

Roma Fabrizio

http://www.youtube.com/watch?v=A3ACSmZTejQ

mercoledì 5 marzo 2008

Pubbl 67 STIMOLI E VALORI, POLITICA E DOLORI



In questa Italia, ispiratrice di valori, custode di antiche tradizioni, madre di culture e popoli diversi; in questa Italia semplice e produttiva, non più ricca e allo sbando, si va incontro ad una nuova campagna elettorale dove, ancora una volta, valori, tradizioni e morale ispirano slogan di propaganda insulsa e deficiente rivolta, con troppa presunzione, al popolo sempre più sottovalutato perché portato alla dipendenza e al servilismo da poteri più o meno occulti, ma certamente maestri nella comunicazione e nel “con-vincere”.
Di fatto bisogna prendere coscienza di una cosa e cioè che i governi saranno sempre in mano ad una elite di potere ed il cittadino è sempre più disinformato, incopetente e quindi inattivo nei confronti di una eventuale seria contrapposizione. La partecipazione deriva dall’essere informati e quindi i poteri fanno in modo di distrarci e disinformarci per ridurci così all’inattività. Inattivi concretamente, dato che comunque alla fine il popolo risponde, con discussioni, lamentele, voti, all’attività politica, ma senza dare un contributo sensibile per cambiare le cose.
Roma è già piena di cartelloni 6x3, gli stessi che dovevano un tempo essere aboliti, con le facce dei soliti noti, con sguardi impostati, studiati; sorrisi forti o poco accentuati.
“E’ ora di cambiare l’Italia” scrive chi l’Italia l’ha anche governata.
“E’ ora di premiare chi merita”, ma vorrei chidergli come e quali sono i parametri per stabilire chi è più meritevole.
“E’ ora di aiutare le famiglie” , ma le famiglie sono ormai rovinate e quando si sono aiutate lo hanno fatto sempre da sole. Per aiutarle bisogna cambiare interamente un sistema economico, più che politico, che queste belle facce non cambieranno mai poiché sarebbe essenzialmente una vera e propria rivoluzione che li colpirebbe in pieno.
Questo solo per parlare dell’UDC di quel bel Casini, genero di uno degli uomini più ricchi e potenti d’Italia, tal Caltagirone, al quale forse l’onorevole dovrà a vita qualche favoruccio.
Ma c’è anche Veltroni, proprio lui quello del video e degli applausi del pubblico che non si informa ma si lascia “con-vincere”, che a breve cambierà nome con Veltrusconi, che da buon furbetto si rivela sempre più democristiano, nei programmi, nei modi, nella comunicazione. Tanto democristiano da avere come sede un ex convento, da avvicinarsi sotto sotto al cavaliere e al suo delfino, tal Gianfranco Fini, uomo cattolico e di chiesa dai sani principi che lascia la moglie per una ex valletta di trent’anni di meno.
Ma queste sono faccende personali e la politica è fatta d’altro (dicono i politici). No, cari signori, la politica è una faccenda sociale e quindi personale. Gli impegni personali vanno rispettati e garantiti. Gli esempi sono sempre personali. Il politico deve rappresentare e tutelare chi lo vota, peccato che anche questa volta non saprà mai chi l’ha votato, come, chi vota, non saprà mai a chi avrà dato il suo voto, oltre il simbolo prescelto naturalmente.
Così anche questa volta si va a votare lo sconosciuto, o meglio il conosciuto ma solo dalle segreterie e dai direttivi del partito.
Certo per le amministrative non è così, puoi scrivere il nome e cognome della tua preferenza e troverai spesso belle sorprese, chi era di la, sta ora di qua, chi era al centro va a destra…chi a sinistra al centro e così via.
C’era una volta il “vaffa day”, con uno straordinario comico impazzito che non si è mai privato di dire la sua. E ne ha dette, e come…….
Ha tirato fuori, tra una battuta e l’altra, quanto di più lercio nascondeva questa Italia, con la sua classe dirigente e politica. Ha movimentato associazioni, pensieri, masse; ha riempito teatri e piazze, hanno parlato di lui tanto anche all’estero, tanto di riconoscerlo tra gli uomini più popolari d’Italia, forse il più popolare.
Molti i suoi fans, anzi adepti. Molti incazzati cittadini che non ne possono più dei soliti politici e della politica del palazzo.. Gli stessi che sotto il nome dell’ ”Alto Grillo”, presentano schede, simboli e liste per le prossime elezioni. Gente pulita, gente per bene, che difficilmente però riuscirei a vedere districarsi tra le fauci di squali “carcharodon carcarias” (squalo bianco) ormai predoni dell’oceano politico italiano.
Cosa potrebbero mai questi “merluzzetti”? Gente senza condanne, senza pregiudizi. Persone che amano le verità e odiano menzogne e bugie. Gente che non sa corrompere, che non sa fare promesse, che non sa impostare campagne elettorali, che non ha buoni artefici della comunicazione alle spalle, se non il loro leader. A proposito, ma il loro leader? Li lascia andare così allo sbaraglio senza una copertura, senza un’immagine potente e venerata come quella magari del Senatur?
Mi viene quasi da pensare che quel Grillaccio del leader dei “Grillini” abbia come gettato il sasso e nascosto la mano. Perché non ha costituito un partito o un movimento da lui guidato e riunito sotto di se tutta questa gente di buona volontà e corso proprio per la poltrona di primo ministro? Non sarebbe stata questa una bella e vera e propria rivoluzione?
Insomma costruisce un esercito e lo manda in guerra senza generale e senza strategia, se non quella di mandare affan……?
Non è che forse lui più che un generale è un intrattenitore, professionalmente eccellente, che ha usato come mezzo del proprio ultimo successo l’insuccesso della politica italiana?
Boh!!!
E’ ovvio che in questa battaglia per i valori e per il rilancio dell’Italia, come qualche illuminato ha detto, non potevano mancare le paroline del vaticano e la gara, sembra di molti, a fare proprio con la chiesa bella figura. Addirittura Giuliano Ferrara, ma anche Veltroni, non parliamo ovviamente del PDL e dell’UDC che sembra quasi una tenenza dell’Opus Dei.
C’è anche la destra, ma la destra almeno è di destra, così come la sinistra di Bertinotti che oggi si riunisce, dopo essersi divisa per anni in tre partiti comunisti tutti uguali tranne che nel nome dei leaders.
L’Italia dei valori, insomma, ma qual è?
Quella di Di Pietro non c’è più perché è andato nel PD……(scherzavo, non intendevo quell’Italia dei valori)
“Siamo nati per cambiare l’Italia” dice Veltroni nei suoi manifesti, mentre Berlusconi dice agli italiani di “Rialzarsi”.
Insomma tutti ci danno consigli, ci invitano all’ottimismo, passando per la terapia intensiva e la rianimazione.
Si ricomincia con le cene di partito, dove è facile trovare chi diventa di destra, di centro o di sinistra a seconda dell’occorrenza, o meglio del menù.
E pensare che sarebbe tutto così semplice.
Qualcuno ha scritto che gli italiani hanno grandi qualità ed una forte predisposizione, con successo, nell’arte di arrangiarsi. Infatti, non è un caso che in questa crisi economica evidente e penosa, si riesca a vivere e a non fare la guerra civile. Non sarà gratificante vedere la vecchietta che, a fine mercato, raccoglie i rimasugli di frutta e verdura; non è bello che Napoli, e non solo lei, sia ridotta così…..ma poi, in fin dei conti riusciamo sempre a cavarcela e allora?
All’estero fanno fatica a capirci, ma secondo me il mistero sta nel fatto che in questo paese così democratico, in realtà c’è sempre stata l’anarchia che, mascherata dai nostri modi educati, dai bei vestiti e dal buon comportamento ha sempre confuso qualunque interlocutore.
Sembra che le frange più estreme dei no-global, siano stranieri, che vengono in Italia a rendere più furiose le pacifiche dimostrazioni dei nostri “rivoluzionari”, al massimo “disobbedienti”, manifestanti……….fosse per questo che non li beccano mai?
Ma dentro di noi siamo così, anarchici e piagnoni, incoerenti e un po’ irresponsabili e, non ve la prendete, se dico pure un po’ vigliacchetti.
Una delle fortune è che quasi l’80% degli italiani è proprietario di casa, e la casa è il primo dei valori e degli obblighi che danno poi sicurezza e protezione e che ci aiutano a “chiuderci dentro” e serrare porte e finestre. Per il 20% di sfortunati c’è poco da battersi. Del resto siamo bravi a fare anche il pane a casa, ci basta un filmetto, un po’ di caffè e la famiglia.
Andiamo ancora a votare per farci vedere, perché è un dovere, più che per cambiare le cose. Infatti spesso ci divertiamo a sporcare le schede o a lsciarle bianche. Andiamo a votare perché si vota la domenica e dopo la messa, le pastarelle, e le partite, votare conclude la giornata.
Siamo dipendenti di tutto quello che oggi non ci piace più, ma non ne potremmo più far a meno.
Odiamo il festival di San Remo, ma perdiamo tempo a parlarne nel bene e nel male.
Amiamo il potere più dei soldi e del sesso, perché c’è in noi quel briciolo di sale mafioso che è molto italiano.
Viviamo ancora delle glorie del nostro passato e questo basta a farci sentire grandi verso chiunque. Non rinunciamo a niente ed il sacrificio è una parola da cancellare. E’ quasi un peccato, l’espiazione di una colpa. E noi, nati e cresciuti con i sensi di colpa, regalo gratuito ma obbligato della nostra madre chiesa, non possiamo più privarcene.
Pensavamo di essere europei, ma siamo e saremo sempre italiani.
Oggi credo che se volevamo mantenere veri e saldi i nostri principi e le nostre virtù, dovevamo rimanere isolati. Rifiutare gli aiuti e mantenerci da soli. Potevamo diventare la Svizzera o la Colombia, chissà, ma almeno i nostri panni sporchi li lavavamo in famiglia. Avevamo così qualche complesso in meno e meno frustranti esempi con i quali convivere. Frustranti per noi naturalmente che abbiamo visto, come in Europa, ci hanno superato tutti.

Roma Fabrizio

P.S. Non ammalatevi mai e non fate vedere a nessuno che avete problemi, qualcuno ne gioirà….e fa più male del male.

martedì 26 febbraio 2008

Pubbl 66 TRAGEDIA QUOTIDIANA




Questa mattina un grave incidente, anzi gravissimo, è accaduto a Fiumicino.
Una macchina “impazzita” a perso il controllo e si è schiantata addosso a delle persone che aspettavano l’autobus per andare a scuola o al lavoro (QUESTO è QUANTO RIFERITO).
Morte due bimbe piccole con la loro mamma, un’altra bambina e altre due persone. Molti i feriti gravi.
Conosco la via della strage. Macchine, camion e moto la percorrono ad alta velocità e le fermate degli autobus sono proprio sul ciglio della strada.
Adesso ci si interrogherà sulle colpe, sulle responsabilità, sul “prima o poi lì sarebbe accaduto”.
Io dico: “ma è mai possibile che mamme e bambini che aspettano il bus per la scuola, devono essere UCCISE così, in questo modo…..quale la loro colpa? Quale la colpa ha dovuto pagare quel padre rimasto solo? Per quei genitori che hanno perso in quel modo i propri figli? Ai quali magari avevano preparato con cura la merenda e avevano salutato con un bacio, un sorriso, una raccomandazione.
Non ci sono strade in Italia dove si possa andare a più di 130 Km orari (se non sbaglio). Quale è il senso di costruire automobili e motociclette che raggiungono i 240, i 280, i 320 Km orari. Qualunque uomo di buon senso che abbia una moto o una macchina potente, prima o poi, schiaccerà l’acceleratore…figuriamoci un ragazzo o un irresponsabile qualunque.
Dove vivo io c’è una strada che ha visto morire molta gente investita dalle macchine che correvano ad alta velocità. In alcuni punti non esistono marciapiedi e la gente deve camminare sul ciglio della strada proprio come a Fiumicino.
Mi impegnai personalmente verso le amminitsrazioni per richiamare l’attenzione sul fatto, ma ovviamente non accadde mai nulla. Oggi il governo della mia città spende 4,5 milioni di euro per fare tre rotonde “alla francese”, e 0 centesimi per garantire la sicurezza sul camminamento pedonale e sulle soste per chi aspetta gli autobus che sono praticamente esposte alla “tragedia”.
Mi domando come la gente rimanga indifferente ed è proprio questo che fa sì che le amministrazioni non diano il giusto peso a queste cose all’apparenza banali.
Poi quando accade la tragedia, tutti si commuovono. Fiaccolate, belle parole, rabbia…….
Ma vi rendete conto: una mattina qualunque stare lì con i bambini ad aspettare lo scuola-bus ed invece all’improvviso arriva la morte nella peggiore delle sue manifestazioni?
Ma ci rendiamo conto come stiamo vivendo? Come la vita non viene considerata? Come ci preoccupiamo quasi sempre di cose inutili, banali………..
E’ mai possibile morire così? Quale peso porterà sulla coscienza il o i responsabili?
Crediamo sempre di essere immortali e di non pensare mai alle conseguenze delle nostre azioni. Quando torno la sera tardi, trovo spesso macchinette veloci con tre o quattro ragazzini a bordo che sfrecciano senza rispettare precedenze o semafori. Sprezzanti della vita e del pericolo, incuranti della sicurezza altrui. I genitori si indebitano per comprare loro i meccanismi del progresso e del falso benessere così da non far stare i propri figli dietro ai figli di altri.
Che peccato!
Come reagirei io se fossi coinvolto da una sciagura del genere?
Il dolore potrebbe uccidermi o rendermi una bestia?
Non riesco proprio a non pensare alla morte di questi innocenti. Andavano solo a scuola, come tanti altri bambini e tante altre mamme che li accompagnano sino a vederli andar via con lo scuola-bus, salutandoli con la mano e con il dolce sorriso, certe di avere fatto il proprio dovere e riabbracciarli all’ora di pranzo.

Roma Fabrizio

domenica 24 febbraio 2008

Pubbl 65 IL "DISPIACERE" PER L'IMPROVVISATA

Troppo spesso non ci si rende conto di quanto sia importante e bello vivere.
E di quanto si possa godere della vita con poco, a volte con niente.
Anche se siamo continuamente sottoposti ad una serie di pressioni e tentazioni rivolte al negativo, un po’ per l’ambiente che ci circonda, un po’ per la gente, dovremmo esercitare quella straordinaria facoltà che ci è stata donata, di godere pienamente dei sensi e della vita.
Se qualcuno ci giudica perché abbiamo sbagliato qualcosa o siamo semplicemente usciti da quella consuetudine che dovrebbe appartenere ad uno stato di vita “normale” per i più, dovremmo ignorare e sorridere di lui.
Siamo nati, noi occidentali, con una educazione votata per lo più al senso di colpa. Un po’ per tradizione sociale, un po’ per la chiesa che ha giocato, in questo, un ruolo predominante. Spesso molte cose o atteggiamenti ci sembrano peccaminosi e allora vi rinunciamo, vivendo poi nel rimpianto.
Tutto deve essere razionale e programmato. Mi tornano in mente tante persone che hanno fatto di questo il loro stile di vita e che oggi, seppur giovani, ne pagano le conseguenze con depressioni, nevrosi, attegiamenti tristi e malattie psicosomatiche.
Siamo continuamente alla ricerca di qualcosa e continuamente insoddisfatti proprio perché dedicati a questa tremenda funzione. La donna della propria vita, la macchina dei sogni, il lavoro perfetto, un buon conto in banca, niente debiti, la fiducia degli altri, un bel fisico, i buoni vestiti e via dicendo.
Scrivo questo post perché oggi ho avuto la visita di alcune persone che, seppur apparentemente appagate da tutto questo, nei loro occhi e nei loro discorsi hanno lasciato fiorire solo sofferenza e ipocrisia.
Nonostante essi potrebbero far invidia a molti, sono continuamente insoddisfatti e a volte ostentano questo stato d’animo accusando, per i propri fallimenti, gli altri.
Ritorno a dire, come già in passato, che una delle cause di questo atteggiamento è l’allontanamento dalla natura e dai suoi elementi.
Oggi è stata una splendida giornata primaverile. Il sole caldo permettava passeggiate senza i pesanti giacconi indossati sino a ieri. Il mare era calmo e, come tutte le domeniche, il dopo pranzo è sempre ricco di silenzi.
Una volta, qualcuno molto in alto, donò all’uomo un giorno per riposare e pensare: la domenica appunto.
Ma se la domenica si spreca per fare passeggiate “marziane” dentro i centri commerciali, oppure a far la fila nei ristoranti tra il chiasso e l’indisponibilità di stanchissimi camerieri, oppure a passeggiare, radiolina al collo, ascoltando le frenetiche cronache delle partite di calcio...o, ancora peggio, andare a rompere i c.....ni all’improvviso, a chi vuole stare tranquillo in casa e dedicarsi alle piccole cose, quelle lente, inutili e oziose cose che ti piace fare la domenica e che ti fanno stare bene; magari potare una pianta del giardino o seminarne una nuova, leggere un libro o dormire sulla sdraia di tela che hai tirato fuori dal ripostiglio dopo 5 mesi.........andare a casa fingendo una simpatica improvvisata con la scusa inverosimile del “passavamo di qua”, accomodarsi grazie all’educazione e all’ospitalità di chi si va a trovare senza essere invitati, e raccontare tutte le proprie frustrazioni, ansie, incomprensioni, gelosie, insoddisfazioni per un paio d’ore tra tea e pasticcini, dono della visita..........poi, come se non bastasse partono a raffica quella serie di domande sul tuo lavoro, sui tuoi progetti o peggio ancora: l’indagine su quel tuo vecchio problema.....
Perche?
Perché c’è sempre il bisogno di conferme e di essere accolti, compresi, compatiti, e se possibile anche un po’ invidiati (poco, non molto).
E così questa domenica è finita ed il mio senso di colpa non mi ha permesso di rifiutare l’ingresso a chi, senza preavviso, veniva a farmi visita in questa splendida giornata domenicale spezzando quella dolce armonia che il sole di questa mattina aveva promesso.

Roma Fabrizio